Le religioni sono tutte vere?

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1 • Un pizzico di bipolarismo

La chiarezza è importante.

Quando parliamo col medico, vogliamo che parli in modo chiaro.

Intendiamoci: deve essere sensibile, deve avere tatto, delicatezza, empatia… però se inizia a tergiversare più del dovuto, produce l’effetto opposto:

le religioni sono tutte vere

Quando facciamo un colloquio di lavoro o firmiamo un contratto, deve essere tutto chiaro ed inequivocabile fin nei minimi dettagli.

“Pretendiamo” che non ci sia la minima ambiguità:

le religioni sono tutte vere

In fin dei conti:

  • la chiarezza è importante quando si parla di salute;
  • la chiarezza è importante quando si parla di lavoro (e di soldi!);
  • La chiarezza è importante in tantissimi altri contesti che riguardano «questioni-della-massima-importanza»

Quando si parla di religione però questa regola non vale.

2 • La religione dei confetti, delle meringhe e dello sciroppo d’acero

Di una religione si può dire che “ha un’arte mozzafiato”: affreschi, rosoni, guglie, minareti, mosaici, crocifissi…

naruto itachi sharingan

Si può dire che è “affascinante”; che è “folkloristica”; “interessante”; “intrigante”; “incantevole”.

Della verità (o falsità) di una religione però non si parla…

  • …a volte perché a qualcuno è “piovuta dal cielo” l’informazione che la sua religione è quella vera (informazione che – il più delle volte – ha ricevuto da mamma e papà, i quali l’hanno ricevuta dai nonni, i quali etc.)… quindi «c’è poco da discutere»;
  • …altre volte invece perché una persona è atea, e «tutto quello che ha a che fare con la religione è una scempiaggine partorita dalla mente dell’Homo Sapiens»… e anche in questo i caso non ci sono molti margini di dialogo.

Beh, ognuno ha i suoi bias cognitivi.

Molto spesso però accade un’altra cosa: nel contesto ovattato in cui viviamo, il tasso di politicamentecorrettòsio nel nostro sangue ha raggiunto un livello talmente alto da portare molte persone a pensare:

«In realtà le religioni sono tutte vere; perché, in fondo in fondo, ognuna di esse è una manifestazione diversa di quell’unica religione universale, che Dio ha sparso in giro per il mondo…»

«…anzi, è Dio stesso che è sparso in un po’ tutte le cose: nelle piante, nei fiori, nell’aria, nei nostri cuori!»

Ora…

È più forte di me…

Ogni volta che qualcuno dice una frase simile, a me viene in mente qualcosa tipo:

dio religioni falloforie

Questa raffigurazione di Dio mescola insieme due idee che, nonostante sembrino “molto originali”, sono tutt’altro che moderne.

Sto parlando di (scusate le parolacce):

  • Sincretismo religioso: (Treccani alla mano) con questa espressione si indica la «fusione di motivi e concezioni religiose differenti»… in pratica, quando si fa un purè tra le varie religioni, mescolandone varie caratteristiche (potete controllare su Wikipedia che il sincretismo è vecchio come il mondo).
  • Immanentismo: (questa è tosta!) se Dio è “fuori dal mondo” (come nell’Ebraismo, nell’Islam, etc.) si dice che è «trascendente»; la parola opposta – «immanente» – è usata per indicare quando Dio è “nel mondo”: ad esempio quando nel paganesimo greco si riteneva che gli dei vivessero sul monte Olimpo; oppure nelle religioni «New Age», quando si dice che Dio è nella natura, negli animali, etc.

Queste due idee sono molto popolari ai nostri giorni, perché sembrano:

  • tolleranti: prendendo “un po’ di roba” da ogni religione, si spera che nessuna ci rimanga male;
  • accondiscendenti: hanno la giusta dose di relativismo, che è un atteggiamento che sta simpatico a tutti (dei “punti deboli” del relativismo avevo detto qualcosa recentemente);
  • ecologiche: se Dio è negli alberi e nell’aria, magari “è la volta bona” che finiamo di inquinare…
  • comode: il fatto che «un po’ tutte le religioni sono vere» si traduce, nella vita di tutti i giorni, in: «non è necessario che io segua nessuna religione».

3 • Un po’ di logica

C’è un concetto – nella logica classica – che ho sempre trovato molto interessante.

Si chiama principio di non contraddizione.

È stato formulato da Aristotele (nel IV sec. a.C.) e utilizzato a più riprese da una frotta di filosofi, nel corso della storia.

Questo principio afferma quanto segue (parola più, parola meno… scopiazzando da Wikipedia):

È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo.
(ARISTOTELE, Metafisica, Libro Γ, cap. 3, 1005 b 19-20)

Ovvero, tradotto in italiano:

«Non può essere vero che:

  • una proposizione A e…
  • …una proposizione B che affermi il contrario di A

…siano entrambe vere allo stesso tempo e allo stesso modo»

3.1 • Paragrafo opzionale per i saputelli (se non sei un saputello, puoi saltare al prossimo) (clicca per visualizzare il paragrafo opzionale)

Scommetto che nove saputelli su dieci, dopo aver letto il principio di non contraddizione, si sono messi a cercare un “caso limite” per dimostrare che il principio non è vero… del tipo:

«Ma se due persone sono separate da un muro – dipinto da una parte di bianco, e dall’altra di nero – una dirà che il muro è bianco, e l’altra dirà che è nero… e sono due frasi entrambe vere

Vi inviterei pertanto a rileggere l’enunciato del principio con più attenzione: noterete che termina con «…entrambe vere allo stesso tempo e allo stesso modo».

(Per rimanere sull’esempio del muro) se si pensa a:

  • …prospettive diverse da cui osservare il muro (dall’alto? dal basso? controluce?)
  • …momenti diversi in cui il muro è osservato (di giorno? di notte?)
  • …persone diverse che provano ad osservare il muro (un daltonico? un cieco?)
  • etc.

tutte queste “casistiche” non rendono il principio falso! Semplicemente, non si tratta di uguaglianze «allo stesso tempo e allo stesso modo».

Il principio però resta valido.

4 • Non possono essere tutte vere!

Ok, interessante… ma cosa c’entra il principio di non contraddizione nel discorso che stavamo facendo sulle religioni?

C’entra, perché se il principio è vero (ed è vero!), vale il seguente corollario:

Le religioni non possono essere tutte vere (allo stesso tempo e allo stesso modo)

Perché?

Perché la maggior parte delle religioni afferma “verità” (su Dio, sull’uomo, sul senso della vita, etc.) che sono inconciliabili con quelle delle altre religioni!

N.b. Sia chiaro: so benissimo che tra le varie religioni c’è una convergenza di vedute su molte questioni; ad esempio, riguardo a molti aspetti etici, antropologici, etc…

…ma spesso invece accade che la risposta che un cristiano darebbe su alcune questioni (che sono alla base della sua fede) contraddice esplicitamente quella che darebbe un musulmano; o un ebreo; o un induista; e viceversa.

Facciamo qualche esempio:

  • La vita è una sola? Ebrei, cristiani, musulmani (e altri) dicono una cosa; buddhisti, induisti (e altri) sostengono l’esatto contrario;
  • Gesù è Dio? I cristiani rispondo a questa domanda in un modo; per molti suoi connazionali però, Gesù non era Dio, ma un blasfemo; per l’islamismo, Gesù non è Dio, ma un profeta (nel Corano, il racconto del Miʿrāj narra dell’ascesa al cielo di Maometto, in cui incontra tutti i profeti dell’Islam che lo hanno preceduto – tra i quali c’è anche Gesù);
  • Maometto è un profeta? Se è un profeta (cioè se è vero ciò che l’angelo Gabriele gli ha rivelato, e che Maometto ha riportato nel Corano) la mia vita prenderà una direzione; se non è un profeta, la mia vita avrà una traiettoria molto diversa – pur non mancando di rispetto ai musulmani, al Corano, alla Sunna, etc;
  • Il raggiungimento del Nirvāṇa (ovvero «l’estinzione delle passioni» e la «libertà dal desiderio») è il fine della vita? Se è vero quel che dice il buddhismo, non può essere vero che nel paradiso cristiano l’uomo goda della visione del volto di Dio (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, punti 1020-1065);
  • E via dicendo…

Il principio di non contraddizione non dice se una religione è vera o falsa.

Però afferma che «qualcuno si sta sbagliando».

Forse solo alcuni. Forse tutti. Forse io.

le religioni sono tutte vere

5 • Dialogare, dialogare, dialogare (ma per davvero!)

Io sono una persona scrupolosa, quindi non riesco a fare a meno di chiedermi se il cristianesimo non sia un’enorme sciocchezza…(*)

(*) (di solito mi pongo questa domanda tra le 6 e le 8 volte al giorno)

le religioni sono tutte vere

C’è un proverbio italiano che recita:

«In famiglia cerca l’armonia, in un amico la sincerità»

Ipotizziamo che il cristianesimo sia falso, e che sia vero – boh – l’induismo.

Se così fosse, non vorrei che il mio amico Ashwatthama Chaudhary venisse a dirmi:

dialogo interreligioso

NO!

Vorrei invece che – dialogando con me (possibilmente con tono pacato), con le sue parole, la sua testimonianza di vita, ragionamenti sensati, azioni, gesti e ogni altra possibile esperienza umana (razionale, sensibile, psicologica, affettiva, intellettuale, speculativa, quello-che-te-pare) e (perché no?) con l’aiuto di Dio, mi mostrasse che mi sto sbagliando… cioè mi aiutasse a convertirmi! (*)

fondamentalismo

Detta in modo più chiaro: la regola della dolcezza, del rispetto, della pacatezza (a cui facevo riferimento quando parlavo di cristiani e politica) vale anche (e soprattutto) nel dialogo interreligioso.

Fatta questa precisazione però, vale quel che ho scritto sopra: non voglio vivere beandomi di qualcosa di non vero!

Il mio migliore amico (che non è cristiano!) è il mio migliore amico (anche) perché mi restituisce SEMPRE il suo sguardo sulla realtà

…e non una versione edulcorata che «non mi offenda», che vada bene «un po’ a me e un po’ a lui».

Penso che valga lo stesso anche tra popoli e culture diverse. E religioni diverse.

Detta in altri termini: la soluzione al problema delle guerre tra religioni non è l’irenismo infantile che per amore del politicamente corretto rimuove dal dialogo l’unica cosa che entrambi desideriamo (cioè la ricerca della verità) e annacqua tutto, relativizzando…

…ma un dialogo più fecondo, in modo che – partendo da posizioni diverse – io e un fedele di un’altra religione possiamo raggiungere tutti e due quell’unica Verità che ci disseti.

Che non è detto che sia «a metà strada» (anzi, forse qualcuno di noi già la intravede, e deve solo aiutare l’altro a coglierla… o magari la vive proprio in pienezza, all’interno della sua religione – che forse è proprio “quella vera”).

Parafrasando Benedetto XVI:

La verità senza carità uccide. Ma la carità senza verità inganna.

(Cfr. Lett. enc. Caritas in veritate, 6)

Conclusione

La tolleranza è molto utile.

Ci permette di con-vivere – nel tran-tran della società globalizzata in cui viviamo – tra persone di etnie, culture, religioni, idee politiche differenti…

…tutto bello e tutto giusto…

…ma se due religioni si contraddicono esplicitamente, non possono essere entrambe vere – a prescindere da quanto ci “sforziamo” di diventare tolleranti!

Non è questione di essere buoni o cattivi.

È questione di logica.

sale

(Primavera 2020)

Fonti/approfondimenti
  • ANDY WRASMAN, Contradict: They Can't All Be True, WestBow Press 2014
  • LUIGI GIUSSANI, All'origine della pretesa cristiana, BUR Rizzoli, Milano 2013
  • JOSEPH RATZINGER, Fede, verità, tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, Bologna 2005
  • CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione "Dominus Iesus" circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2000
  • BRUNO MASTROIANNI, La disputa felice, Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico, Franco Cesati editore, Firenze 2017
  • MAURO MOSCONI, SIMONE RICCARDI, Fallaciae - Le prime, uniche e originali carte delle fallacie a fumetti, PSYCOMIX S.r.l

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