Esiste Dio?

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1 • Se Dio esiste, perché…

Se Dio esiste, perché non si mostra in modo evidente?

Che gli costa?

Perché non “apre il rubinetto” dei miracoli?

Non sarebbe tutto più facile?

Sai quanto tempo risparmiato, anziché cercare risposte nella Bibbia, la cui corretta interpretazione è una tragedia

esiste dio bibbia

Dio c’è o non c’è?

Ne I Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij (1821-1881), Ivàn Karamazov liquida la questione con una battuta, quando suo padre Fëdor Pávlovič gli rivolge la domanda:

«Ma una volta per tutte: Dio esiste o no? Una volta per tutte!»
«Una volta per tutte, no!»
«E chi si prende gioco degli uomini, Ivàn?»
«Dev’essere il diavolo» ridacchiò Ivàn.

(FËDOR DOSTOEVSKIJ, I fratelli Karamàzov, Mondadori, Milano 2010, versione kindle, 21%, cap. VIII)

Umorismo russo a parte, proviamo a fare qualche considerazione sull’eventuale esistenza di Dio…

2 • Se Dio esiste, di sicuro è nascosto…

Blaise Pascal (1623-1662), matematico, fisico, filosofo e teologo francese, scriveva così, nei suoi Pensieri:

Ogni religione che dica che Dio non è nascosto non è vera, essendo Dio nascosto; e tutte le religioni che non ne rendono ragione, non sono istruttive.

(BLAISE PASCAL, Pensieri, BUR, Milano 2013, versione kindle, 70%)

Almeno su questo punto, il cristianesimo si salva, dato che, nel Vangelo di Giovanni, è scritto che:

Dio, nessuno lo ha mai visto […].
(Gv 1,18)

Tommaso d’Aquino (1225-1274), il famoso teologo domenicano, nella sua Summa Theologiae (I parte, questio 2) ha affrontato “di petto” la domanda sull’esistenza di Dio, arrivando ad una sintesi molto interessante:

Dio – se esiste – è primo nell’ordine dell’essere (cioè è Colui sul quale “poggia tutto ciò che esiste”; quello che altri filosofi hanno chiamato la Prima Causa, il Motore Immobile, Atto Puro, e via dicendo…)…

…ma…

…Dio non è primo nell’ordine della conoscenza.

(N.b. Questo non è un virgolettato di Tommaso, ma una mia infelice sintesi; se volete comunque, potete cliccare qui e leggere la questio 2 per intero)

Proviamo a dirlo in modo ancora più semplice:

  • Ragionando sull’esistenza di Dio, in via teorica, si può ammettere che – se esiste – Dio è l’Essere Perfetto, è Colui che (direttamente o indirettamente) ha causato l’esistenza di ogni altra cosa, è “l’Orologiaio” che ha creato l’orologio (cioè l’universo), etc…

…ma…

  • Utilizzando i cinque sensi, la sua esistenza non è immediatamente evidente: Dio non si vede, non si sente, non si tocca, …
esiste dio cinque sensi

3 • Se Dio esiste, può essere accessibile all’uomo?

Molte persone, dato che non riescono a percepire Dio con i cinque sensi, rinunciano a questa indagine; alcune dicono che non è possibile rispondere a questa domanda; altre affermano con granitica certezza la non-esistenza di Dio (non ho ancora incontrato un cristiano che creda in Dio con la stessa sicurezza con cui alcuni atei negano la sua esistenza).

Ma è ragionevole arrestarsi in questa ricerca?

Tirare i remi in barca?

Arrendersi di fronte al: «Non lo vedo / non lo tocco / non lo sento»?

Perdonatemi un esempio molto sciocco…

Un marinaio, nel bel mezzo dell’oceano, guardando intorno a sé a 360°, non vede la terra. Però si orienta utilizzando una serie di mezzi la cui utilità non è immediatamente evidente:

  • una bussola;
  • la posizione del sole;
  • la posizione delle stelle.

In questo modo, indirettamente, riesce ad avere una serie di informazioni molto utili.

Cosa voglio dire con questa analogia?

Che – verosimilmente – forse – probabilmente – presumibilmente – può essere che, SE Dio esiste, pur non essendo la sua esistenza evidente, possono esserci delle situazioni, delle intuizioni, delle esperienze, delle cose, dei fatti, che – indirettamente – dicano qualcosa di Lui.

Ad esempio… c’è un salmo, nella Bibbia, che afferma:

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.

Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce
,

per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

(Sal 19,2-5)

Che significa questo testo? In che senso «i cieli narrano…»?

i cieli narrano la gloria di dio

Il salmo, ovviamente, è un testo poetico

…però, parafrasandone il contenuto, san Paolo scriveva ai Romani che:

[…] ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.

(Rm 1,19-20)

(Paolo fece un discorso simile anche di fronte all’Areopago di Atene; cfr. At 17,22-29)

Ovvero:

[…] se non possiamo conoscere direttamente con una intuizione immediata la natura divina, qualcosa di essa è accessibile alla nostra intelligenza attraverso il mondo creato.

(JEAN DANIELOU, Dio e noi, Rizzoli, Milano 2009, versione kindle, 22%, dal capitolo II «Il Dio dei filosofi»)

In che senso «qualcosa» di Dio è accessibile «attraverso il mondo creato»?

Mmm… vediamo…

  • Hai mai fatto una scarpinata in montagna?
  • Una gita in barca a vela?
  • Hai mai osservato con attenzione la bellezza di un animale?
  • Ti sei mai attardato a contemplare la precisione di una ragnatela? La simmetria di un alveare?
  • Ti sei mai soffermato sulla precisione delle leggi che regolano l’universo?
  • Hai visto che meravigliosa simmetria c’è nelle equazioni di Maxwell?
  • Che incredibile precisione c’è nel funzionamento della pompa sodio-potassio sulla superficie delle cellule?
  • Hai mai visto un tramonto dall’inizio alla fine?
  • Sei mai stato steso su un prato, con la tua morosa, a contemplare le stelle?
  • Hai mai guardato un bambino, dritto negli occhi, per più di 30 secondi?

Non so… spero che, scorrendo questo elenco che ho fatto, ti sia ritrovato in qualche situazione… o ti siano venuti in mente esempî analoghi, che hai sperimentato di persona

Momenti nei quali hai percepito un indizio di qualcosa di più bello, più grande…

Ora.

Lungi da me dire che queste siano prove schiaccianti dell’esistenza di Dio…

…ma conosco molte persone – anche non credenti – che in questi esempî che ho fatto intuiscono che nel materialismo «qualcosa non torna»… colgono qualcosa che sfugge, che è nascosto, ma che sembra essere lì, dietro l’angolo…

…qualcosa che non è riconducibile ad una semplice emozione o ad un impulso elettro-magnetico nel cervello che arriva come feedback rispetto a uno stimolo esterno…

4 • Accostarsi a Dio con la ragione

Molte persone, da fuori, hanno un’idea fideistica del cristianesimo:

  • «dogmi» in cui credere ciecamente;
  • preghiere ripetute pappagallescamente;
  • candeline accese davanti alle statue dei santi.

Al di là di tante storpiature (*) a cui ho assistito anch’io di persona (e di fronte alle quali mi sarei voluto lavare i bulbi oculari con l’Anitra WC), la Chiesa è molto seria – e lascia poco spazio a incensi o suggestioni intimistiche – quando parla della possibilità di conoscere Dio da parte dell’uomo.

(*) (un giorno, se Dio vuole, parleremo sul blog dei dogmi, della preghiera giaculatoria e della comunione dei santi – che al di là di ogni banalizzazione, sono «robbba seria»)

Ecco cosa troviamo scritto in un documento del Concilio Vaticano I (tenutosi nel 1869-70):

La medesima Santa Madre Chiesa professa ed insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza al lume naturale della ragione umana attraverso le cose create.

(Costituzione dogmatica Dei Filius, c. 2; DH 3004)

Alla faccia del “fideismo”

O di una presunta “fede cieca”, non supportata dalla ragione…

esiste dio vecchiette

Non solo la Chiesa afferma che Dio può essere «conosciuto con certezza» dalla ragione…

…ma lungo la storia si è interrogata più volte (e continua a farlo) su tutto ciò che riguarda il “problema di Dio” – e ogni volta si è dovuta spremere le meningi per rendere ragione della propria fede in Dio (cfr. 1Pt 3,15):

  • Quali sono le caratteristiche di Dio?
  • È possibile che Dio sia «Qualcuno», e non semplicemente «un’energia»?
  • È ragionevole che Dio si sia rivelato?
  • Che significa che Dio è «Buono»?
  • Fino a che punto l’uomo può conoscere la natura di Dio?
  • È possibile che l’uomo rifiuti la rivelazione di Dio?
  • Se Dio si è rivelato in Gesù Cristo, come dobbiamo comportarci nei confronti delle altre religioni?
  • …e via dicendo…

Se pensate che la Chiesa in duemila anni non si sia mai posta queste domande, non la conoscete abbastanza…

…se credete che la risposta a queste domande possa essere cercata su Google, digitando «cosa pensa la Chiesa di…», state sopravvalutando il motore di ricerca di Mountain View…

5 • Avvicinarsi a Dio per convergenza di indizi…

Attenzione: quando la Chiesa afferma che Dio «può essere conosciuto con certezza al lume naturale della ragione umana» (vedi citazione sopra), ovviamente non intende tramite una dimostrazione matematica.

La risposta alla domanda «Dio esiste?» non è data dalla risoluzione di un sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali.

In che modo allora si può conoscere Dio per mezzo della ragione?

Una risposta molto interessante l’ha data John Henry Newman (1801-1890), cardinale, teologo e filosofo inglese.

Newman parlava del «senso illativo» della fede (*); con questo termine, intendeva che è possibile cogliere la ragionevolezza della fede per mezzo di una convergenza di indizî i quali – presi uno per volta – non sarebbero in grado di fornire l’onere della prova… ma sommati, ci permettono di cogliere l’esistenza di Dio con certezza.

(*) (nel suo saggio «Grammatica dell’Assenso», pubblicato nel 1870)

Facciamo un esempio: come fa un marito ad essere sicuro che sua moglie lo ami? Come fa sua moglie ad essere certa del fatto che suo marito morirebbe per lei?

Con una dimostrazione? Con un ragionamento?

dimostrazione di amore

No, nessuna dimostrazione…

…ma in modo illativo. Cioè – anche qui – per convergenza di indizî.

Domanda scettica: ma è possibile arrivare ad una certezza sommando indizî parziali?

La risposta è: «Sì, certamente!».

Un esempio?

L’amore di mia nonna nei miei confronti. Nei 24 anni di vita che ho vissuto con lei, ho raccolto un numero talmente grande di indizî, una quantità così esorbitante di prove, che mi farei tagliare una mano piuttosto che dubitare di questa certezza.

Credo che sia più verosimile che qualcuno venga a dirmi che la dimostrazione delle equazioni di Maxwell che mi fece il professor Corrado Mencuccini all’università era errata…

O che qualcuno mi dimostri che il teorema di Pitagora è un inganno…

O che qualcuno mi convinca che la terra è piatta…

…prima che venga meno la certezza che ho dell’amore di mia nonna nei miei confronti.

È una certezza ragionevole? Assolutamente sì.

È stabile? Assolutamente sì.

È basata sul metodo scientifico? Assolutamente no.

6 • Avvicinarsi a Dio per gradi…

Un’altra osservazione interessante è quella di Severino Boezio (475 ca. – 525 ca.), filosofo e senatore romano.

Alla fine del terzo libro del De consolatione philosophiae (un dialogo in cinque libri che scrisse dal carcere, dove fu rinchiuso fino alla condanna a morte, dopo essere stato accusato di far parte di una congiura ai danni dell’imperatore Teodorico) Boezio parla dell’esistenza di Dio.

Uno degli argomenti che porta a sostegno di questa tesi è quello dei «gradi di perfezione»:

Tutto ciò che viene detto imperfetto, è evidentemente tale per diminuzione del perfetto. Ne consegue che, se in un qualsiasi genere di cose sembri esservi alcunché di imperfetto, debba ivi trovarsi necessariamente anche un qualche cosa di perfetto.

(SEVERINO BOEZIO, De consolatione philosophiae, III, 10, 8-12)

Tradotto in italiano:

  • Quando parliamo con le persone, diciamo spesso che qualcosa è «più perfetta» o «meno perfetta» o «migliore» o «peggiore», etc.;
  • Quando usiamo queste espressioni, stiamo (esplicitamente o implicitamente) facendo riferimento ad una graduatoria, in base alla quale collochiamo ciò che stiamo valutando in un punto specifico di una “scala di riferimento”;
  • Ebbene, secondo Boezio, Dio è ciò che su quella «scala di perfezione» si trova nel “punto più in alto”.
dimostrazione dell'esistenza di dio boezio

Qualche paragrafo dopo, Boezio porta come altro indizio dell’esistenza di Dio il fatto che il mondo – nonostante sia complesso, diversificato e multiforme – è inspiegabilmente armonioso ed ordinato:

Questo mondo non avrebbe potuto trarre in alcun modo una forma unitaria da parti così diverse e contrarie, se Colui che ha unito insieme realtà così diverse non fosse stato uno. La stessa diversità delle varie nature tra di sé discordi, non appena unificatasi sarebbe dissociata e scompaginata, se non vi fosse Uno che mantenesse unito ciò che aveva congiunto. L’ordine della natura non sarebbe così stabile, né si esplicherebbe in così armoniosi movimenti secondo i luoghi, i tempi, gli effetti, gli spazi, le qualità se non fosse Uno che regola questa molteplice varietà di mutazioni, rimanendo Egli stesso immutabile. Questo essere, qualunque esso sia, per opera del quale le realtà create durano e divengono, con nome da tutti usato, lo chiamo Dio.

(SEVERINO BOEZIO, De consolatione philosophiae, III, 12, 10-20)

(Per i riferimenti a Boezio, ho attinto da BATTISTA MONDIN, Storia della filosofia medievale, Pontificia università Urbaniana, Roma 1991, p.222 e seguenti)

Conclusione

Nel IV secolo, Basilio di Cesarea (330 ca – 379) in una delle sue omelie diceva:

Se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore.

(BASILIO DI CESAREA, Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 6)

Come si compie questa ricerca?

Beh… in mille milioni di modi di versi…

…uno di questi lo suggerisce il libro della Sapienza (uno dei libri dell’Antico Testamento, redatto verosimilmente a metà del primo secolo avanti Cristo):

[…] dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore.

(Sap 13,5)

sale

(Estate 2021)

Fonti/approfondimenti
  • LUIGI GIUSSANI, Il senso religioso, BUR Rizzoli, Milano 1997
  • TOMÁS MELENDO, Un sapere a favore dell'uomo. Introduzione alla filosofia, Edusc, Roma 2008
  • JEAN DANIELOU, Dio e noi, Rizzoli, Milano 2009
  • JOSEPH RATZINGER, Il Dio di Gesù Cristo: meditazioni sul Dio uno e trino, Queriniana, Brescia 2011

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